Fortitudo Baseball
Lo Speaker's Corner
Note sull'ultimo weekend
Bologna
, 14-15 luglio 2000
ITALERI vs. Papalini Grosseto

 

Gara 1

Gara 2

Gara 3

Risultato Grosseto 2 - Italeri 0 Grosseto 6 - Italeri 2 (8°)

Italeri 11 - Grosseto 5

Partenti Donnie Schmidt
Otis Green
Cristian Mura
Emiliano Ginanneschi
Fabio Betto
Rolando Cretis
Vincente Otis Green
9.0IP, 3H, 3BB, 12K, 0ER
Emiliano Ginanneschi
8.0IP, 6H, 2BB, 6K, 2ER
Fabio Betto
5.2IP, 7H, 1BB, 7K, 3ER
Salvezza    

 Francesco Piretti

RBI   Santana e D. Frignani 1

Santana 4, Dallospedale 2, Russo, Nanni, Bissa, Giovannini e Balzani 1

Extrabasi   HR Santana da 1
2B D. Frignani

HR Santana da 1
2B Dallospedale 2, Santana,
D. Frignani, Giovannini

Best AB Santana 1/2 Dallospedale 2/4 D. Frignani 3/4
Santana 3/5
GWRBI   Jairo Ramos Gizzi

Fabrizio Russo

     

 

  score score

score

 

Team W L % GB
         
Rimini 33 9 .786 ---
Nettuno 29 16 .644 5.5
Parma 27 15 .643 6.0
ITALERI 23 19 .548 10.0
Grosseto 22 20 .524 11.0
Caserta 21 21 .500 12.0
Modena 16 29 .356 18.5
San Marino 14 28 .333 19.0
Anzio 7 35 .167 26.0

 

    Un evento davvero speciale ha avuto luogo al Gianni Falchi venerdì sera, prima di Gara 1 contro il Grosseto: la cerimonia del ritiro della maglia di Alberto Toro Rinaldi, mitico terza base della Fortitudo degli anni sessanta e settanta (e anche un po' dopo). Toro è uno di noi, è stato un giocatore fondamentale della Fortitudo vincente di quegli anni (quattro scudetti, una Coppa dei Campioni e una Coppa Italia), e più tardi anche allenatore della squadra, in anni più difficili. Umberto Calzolari, Vic Luciani, Gianni Lercker, Alfredo Meli, Kiko Corradini, Ricky Matteucci, Publio Vasquez, Stefano Malaguti, Rocky Shone, Carlino Morelli, Andrea Landuzzi, Angelo Baldi e Baco Argentieri sono stati alcuni dei suoi compagni di viaggio attraverso i suoi trionfi, e si tratta di nomi che rappresentano davvero il Gotha del baseball bolognese.
    Il ritiro della maglia, cerimonia affermata da decenni nello sport americano come massimo segno di rispetto e gratitudine per il contributo dato ad una franchigia nel corso degli anni, non rappresenta una tradizione in Italia, ed è un vero peccato perché si tratta di un rito altamente significativo. La Fortitudo, che già da tanti anni non assegna ad alcun suo giocatore la maglia numero 8 che fu del grande Umberto Calzolari, detto Il Professore, riafferma il suo ruolo di grande società all'interno del panorama nazionale con una cerimonia che deve aver fatto colpo su tutti gli addetti ai lavori presenti: dal Presidente Federale Aldo Notari, che ha avuto Toro come giocatore agli esordi, quando era Presidente del Parma, ai giornalisti, agli amici di Grosseto. E nessuno meglio di Toro Rinaldi poteva rappresentare l'occasione giusta: un personaggio che ha fatto il baseball a Bologna, un uomo Fortitudo come pochi altri, che ha saputo dare il suo contributo determinante nei periodi vincenti ed ha saputo tener duro e stare al fianco della squadra e dentro la società anche quando le cose non andavano bene.
    Al rinfresco, offerto prima della cerimonia, c'era un'atmosfera magica: vedere tutti quegli ospiti, che avevano voluto testimoniare dell'importanza dell'occasione con la loro presenza, riuniti nella stessa stanza, e poi alzare gli occhi sui muri della clubhouse e vedere le stesse facce, un po' più giovani, nelle foto delle formazioni vincenti della Fortitudo del passato, è stato effettivamente e-mo-zio-nan-te. La cerimonia, poi, è riuscita benissimo: erano in campo o sulle tribune Giacomo Bulgarelli, bandiera per antonomasia del Bologna Football Club e amico personale di Toro, il Presidente Notari, diversi presidenti e dirigenti del passato Fortitudo come Enzo Montanelli, Lele Zambonelli e altri, molti giornalisti e quasi tutti i compagni di squadra citati più sopra, compreso il grande Vic Luciani che ha viaggiato da Grosseto per essere presente. Insomma, d'ora in poi, a chi visiterà il nostro campo di gioco, non sfuggirà la grande placca con il numero 20 che campeggia all'esterno sinistro a fianco di quella con il numero 8. Quei pannelli staranno lì, anno dopo anno, così come il ricordo del contributo dei giocatori che rappresentano resterà per sempre negli occhi e nei cuori di chi li ha visti giocare.

    Eventi di questo genere fanno sicuramente bene al nostro sport, che in passato ha vissuto momenti di maggior gloria di quella attuale. Le nostre chances di rinverdire quella gloria passano attraverso la capacità di attirare di nuovo i grandi pubblici nei nostri stadi, e il pubblico accorre quando in campo si compiono gesta degne di essere ricordate. Pochissimi, se mai qualcuno, potranno eguagliare le gesta di Toro Rinaldi, ma tutti dovrebbero prenderlo come esempio quando indossano una casacca da baseball. Non so se altre società seguiranno l'esempio della Fortitudo, ma se continuerete a seguirci nel tempo, è possibile che vediate altre occasioni del genere, in futuro, qui da noi. A Bologna esiste un passato di cui essere fieri, e che serve a tutti noi come ispirazione all'eccellenza.

    Un po' perché ho dedicato parecchio spazio al ritiro della maglia di Toro Rinaldi, e un po' perché, a causa di qualche giorno di ferie, scrivo queste note il giovedì successivo, alla vigilia della cruciale trasferta di Parma, non mi resta molto da dire sul trittico contro il Grosseto. Come è già capitato in passato, abbiamo avuto modo di vedere due squadre (con la stessa maglia, intendo): una che segna per prima, si esalta, e non guarda in faccia a nessuno, rifilando 10 valide in cinque inning a Rolando Cretis (l'unico quest'anno a battere Jason Simontacchi del Rimini, e senza neanche grande aiuto: uno a zero!), collezionando sedici valide e undici punti in Gara 3 contro una formazione come il Grosseto. Questa è la stessa squadra che ha battuto Ventura e Vigna a Nettuno, e i beneficiari del suo supporto sono stati Fabio Betto, ottimo per cinque riprese e poi calato al sesto, Ricky Corradini e Francesco Piretti, che si è meritato la sua prima salvezza. L'altra squadra, per quanto buone possano essere le prove dei suoi pitcher, non riesce a trovare il bandolo della matassa in battuta, segnando un punto nelle prime sedici riprese del weekend. Donnie Schmidt ha lanciato nove riprese in Gara 1 (con meno di cento lanci, ma caspita che prestazione!) incassando in tutto quattro valide, di cui due francamente evitabili da una difesa più attenta, e un punto di PGL. Ha perso la partita. In America tengono una statistica che si chiama Run Support, e serve per vedere quanto l'attacco abbia aiutato un pitcher segnando punti con lui sul monte. Io questa statistica per i nostri non ce l'ho, ma mi riservo di compilarla perché sono convinto che ne verrebbero fuori dati molto significativi.
Otis Green? Ottimo. Va a fare compagnia a Reginald Leslie e Mario Sangilbert, che ci hanno stregato recentemente nelle partite del venerdì sera.
Cristian Mura, in
Gara 2, ha bissato la prestazione dell'andata (si vede che Grosseto quest'anno gli porta male), resistendo una ripresa, complice anche un'interruzione di un'ora per pioggia, ma tutto sommato eravamo ancora sotto due a uno al quarto inning. Anche Todd Incantalupo, sul monte per oltre cinque riprese come rilievo, stavolta non ha incantato (scusate il gioco di parole), ma comunque le note salienti del sabato pomeriggio sono state un clima tardo autunnale e la nostra inconsistenza offensiva.
Emiliano Ginanneschi, sul monte avversario, sembrava... Luca Martignoni, o Mario Salciccia, che nei due turni precedenti hanno imbrigliato con sapienza le nostre mazze.

    A questo punto, bando alle chiacchiere: abbiamo una sola partita di vantaggio sul Grosseto, e un calendario meno favorevole. A Parma, da subito, è necessario che si presenti la prima delle due squadre di cui ho parlato prima. E non basta: deve restare in campo quella, per tutte le tre partite. All'andata abbiamo fatto vedere le streghe ai parmigiani, dimostrando che abbiamo a disposizione le risorse per vincere le gare strette (due vinte di un punto, di cui una al decimo) e quelle per vincere largo (sette a zero venerdì sera). Loro non hanno regali da fare (ma non li farebbero comunque, com'è ovvio), perché, nonostante le due vittorie del Nettuno sul Rimini gli abbiano complicato le cose, tirano ancora al secondo posto (vincere un'eventuale bella a Nettuno non sarebbe facile per nessuno). Come al solito, possiamo contare solo sulle nostre forze, e l'impressione è che quelle morali siano le più utili. 

Coraggio ragazzi, noi verremo all'Europeo numerosi.

Fateci sognare!

 

     Rupert the Speaker     

 

Past Speaker Corners:

12-13 maggio 2000: Italeri - Parma
19-20 maggio 2000: Modena - Italeri
26-27 maggio 2000: Nettuno - Italeri
2-3 giugno 2000: Italeri - Rimini
23-24 giugno 2000: Italeri - Caserta
30 giugno - 1 luglio 2000: San Marino - Italeri
7-8 luglio 2000: Anzio - Italeri